Note
Glossario
May 19, 2025

Simbionti

Contributo di
Matteo Bellomo
Flora intestinale © Matteo Bellomo, 2022.

Matteo, quale approccio ti ha guidato nella creazione di questa serie di immagini?

È iniziato tutto dal mal di stomaco che ultimamente mi annienta. Ho fatto alcune domande a un microbiologo, il quale ha puntato il dito contro il “microbiota” e il “microbioma”, temi di cui ultimamente si parla molto – a volte con un pizzico di superficiale entusiasmo. Così ho identificato una tematica che mi interessava. Ho quindi esteso la mia attenzione all’intero funzionamento del nostro corpo, realizzando le superfici delle mie immagini in modo particolare: ho pensato a ciò che più mi mette in difficoltà fisica e psicologica, un emblema dei piaceri di gola – la torta alla panna. Poi ho scelto delle immagini di organi che collaborano, per le loro funzioni, con la presenza di batteri, e le ho stampate sulla pasta di zucchero che solitamente decora le torte alle feste. Ho lasciato che i batteri prolificassero fino alla comparsa di muffe, facili da identificare anche all’occhio umano – insaziabile di immagini al microscopio. Infine le ho fotografate per renderle bidimensionali, quasi fossero delle scansioni.

Bocca © Matteo Bellomo, 2022.

Il titolo della serie è “Simbionti”. Ti va di spiegarcelo?

Il termine simbionte rimanda a un microorganismo che condivide la propria vita con un altro, mentre entrambi traggono benefici e vantaggi reciproci da tale unione. Quando si parla di “microbiota” ci si riferisce a una popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo. Il termine “microbioma” invece indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere. Tra batteri e corpo umano esiste una simbiosi perfetta – o meglio, quasi sempre perfetta –, un rapporto che ci accompagna sin dalla nascita e che lavora di nascosto al nostro interno per assicurarci armonia ed equilibrio. Prendiamo, ad esempio, l’apparato digerente: senza certi batteri non potrebbe consumare e metabolizzare ciò che mangiamo. Lo stesso vale per la bocca: se si trascura l’igiene orale i batteri che normalmente vi convivono possono proliferare in eccesso, creando situazioni pericolose per il nostro benessere, come carie e altre problematiche comuni. Superficialmente, però, pensiamo ai batteri come a un nemico degli esseri umani e facciamo di tutto per purificarci o sterilizzarci, ignorando il ruolo fondamentale che hanno per noi. Tendiamo a ridurre l’idea dei batteri a un malanno, annullando ogni possibile significato di armonia e benessere.

Gastroscopia © Matteo Bellomo, 2022.

Genitali femminili © Matteo Bellomo, 2022.

Genitali maschili © Matteo Bellomo, 2022.

Che tipo di rapporto simbiotico emerge dalle tue immagini?

Un rapporto diretto che parla dell’ecosistema simbiotico dell’organismo. È un dialogo che non può non esistere, è una relazione in costante divenire, un sistema complesso. Simbiosi come rapporto di convivenza perfetta. Nelle mie immagini ne esalto simbolicamente i colori, le fattezze e le superfici brillanti di ciò che vive e prolifica. 

Perchè hai scelto questa tematica?

Come dicevo, ho ricercato in vari modi il motivo del mio scompiglio alla pancia. Sono stato traumatizzato dall’utilizzo eccessivo degli igienizzanti; non apprezzo gli estremi, e tantomeno le ossessioni che derivano da paure incomprese. Per poter superare questa fobia, per neutralizzarla ed evitare preoccupazioni o comportamenti controproducenti, ho provato a indagarmi in profondità, osservando da lontano il mio stress e il suo impatto. Credo sia importante fermarsi e riflettere su fatto che con le nostre ossessioni e il nostro stress possiamo alterare ciò che tende a trovare un suo bilanciamento in modo naturale. Viviamo in maniera inquinante, così come inquinanti sono i nostri modi di provare a risanare il corpo e la mente, rattoppando la loro superficie.

Intestino © Matteo Bellomo, 2022.

Lingua © Matteo Bellomo, 2022.

Più in generale, qual è la tua visione artistica?

Attraverso le immagini scopro le mie passioni e ne percepisco la complessità. Ho sempre vissuto la ricerca fotografica come una via di fuga dall’avida concretezza del reale. Creo immagini taglienti, ferme, corpose, evocative e utopiche. Oggi, quando scatto, già nella mia mente vedo le luci colpire e rendere tridimensionali le forme, imprimendo sapori decisi. Nei miei progetti cerco la multidimensionalità, la stimolazione dei sensi, che si amplificano anche attraverso il sonoro. Mi attrae la plasticità e sperimento anche pratiche ispirate alla scultura, una tecnica che ho imparato a conoscere collezionando cataloghi di arte antica, di cui peraltro apprezzo la meticolosa e sintetica serialità. Cerco di smuovere lo spettatore dall’interno, facendo leva sulla sua fantasia; evoco ambientazioni, sensazioni fisiche, reali o immaginarie, dove talvolta il conosciuto si scontra con ciò che preferiamo non vedere.

Pelle (1) © Matteo Bellomo, 2022.

Pelle (2) © Matteo Bellomo, 2022.

Perché ritieni importante comunicare attraverso le immagini?

Se i fruitori provano a distaccarsi dalla mera razionalità, possono sentire e percepire i concetti. Sembra banale ma non vediamo tutto con gli occhi, così come non ascoltiamo tutto con le orecchie. L’immagine è anche uno strumento di riflessione, un insieme di decisioni prese, una sintesi come base di percezione.

*Conversazione a cura di Stefania Zanetti.

CONTRIBUTO DI

Matteo Bellomo è un fotografo e un appassionato di musica. Attraverso la fotografia costruisce ponti verso territori sconosciuti, indagandoli con un’attenzione quasi fanciullesca.

RIFERIMENTO

Questo articolo è un estratto di Alea: Simbiosi (2022), che fa parte del ciclo di volumi in italiano raccolti in Archivio 2124.

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Arti & Pratiche
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